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Agenzia delle Entrate Riscossione: cos’è e cosa fa?

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L’Agenzia delle Entrate fa parte della pubblica amministrazione italiana e dipende direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La sua funzione è quella di eseguire accertamenti e controlli fiscali circa la gestione dei tributi:

  • garantisce che ogni cittadino adempia agli obblighi fiscali in quanto contribuente;
  • si occupa dell’integrazione dei servizi informativi riguardanti le funzioni fiscali con trascrizioni e iscrizioni riguardo i diritti sugli immobili.

È compito dell’Agenzia delle Entrate, quindi, vigilare sulle entrare tributarie erariali che non si trovano sotto la competenza di altre agenzie o amministrazioni. La stessa agenzia deve verificare il corretto adempimento agli obblighi fiscali del cittadino e lo fa attraverso l’assistenza ai contribuenti e con controlli volti a contrastare l’evasione fiscale.

In quest’ottica, l’Agenzia delle Entrate si occupa anche di riscossione e pignoramenti dunque. Punto di partenza, in caso di problemi con le il pagamento delle tasse, è la rateizzazione degli importi dovuti o un’eventuale sospensione del debito (la cosiddetta rottamazione delle cartelle), fino all’atto di pignoramento che può avvenire su conto corrente, auto, casa, stipendio, pensione, ecc.

Vediamo tutto nello specifico.

Hai bisogno di aiuto a risolvere la tua situazione? Contattaci cliccando sul pulsante qui sotto e un nostro consulente sarà a tua completa disposizione.

Agenzia delle Entrate: la rateizzazione del debito

Se hai ricevuto una cartella di pagamento e non puoi pagare il tuo debito per intero, onde incorrere nel pignoramento dello stipendio, puoi chiedere di pagare il tuo debito a rate.

Come? È possibile inviare la richiesta a mezzo raccomandata oppure presentarla ad un ufficio della sede locale dell’Agenzia delle Entrate (per importi fino a € 60.000 è possibile presentare la domanda anche online).

È necessario che tu sia in regola con i pagamenti e non risulti essere inadempiente già verso altri creditori (è il caso dei cattivi pagatori verso le banche). Allo stesso tempo non deve essere già stato avviato alcun tipo di pignoramento dell’Agenzia delle Entrate per riscossione.

Diversamente, una volta pagata la prima rata del piano di rateizzazione, è possibile chiedere agli uffici preposti la sospensione di un eventuale provvedimento già iscritto: può essere, ad esempio, che tu sia vittima del pignoramento auto Agenzia delle Entrate per riscossione mancata. In questo caso, l’agente competente ti rilascerà un documento per poter circolare col veicolo interessato.

Come funziona la rateizzazione del debito?

  1. Domanda di rateizzazione – il contribuente deve presentare una domanda di rateizzazione dell’importo dovuto. Questa, come detto, può essere presentata online attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate o in forma cartacea presso gli sportelli territoriali.
  2. Requisiti – per ottenere la rateizzazione è necessario che il debito sia stato notificato (ovvero comunicato ufficialmente al contribuente) e questo deve essere superiore a una certa soglia, generalmente fissata a 200 euro.
  3. Piano di rateizzazione – nel modulo di domanda il contribuente deve specificare il numero di rate mensili di dilazione. Il numero massimo può variare a seconda delle circostanze, ma solitamente è limitato a 72 mesi. Inoltre, è necessario stabilire l’importo delle singole rate mensili.
  4. Valutazione dell’Agenzia delle Entrate – l’Agenzia delle Entrate valuta la richiesta e verifica se il contribuente soddisfa i requisiti. Se la richiesta viene accettata, viene inviata una comunicazione con l’approvazione del piano di rateizzazione, specificando l’importo delle rate e le scadenze.
  5. Pagamenti mensili – il contribuente deve effettuare i pagamenti mensili nelle date stabilite nel piano di rateizzazione. È importante rispettare rigorosamente queste scadenze, altrimenti il piano potrebbe essere revocato.
  6. Interessi – durante il periodo di rateizzazione, sono applicati interessi sul debito residuo. L’aliquota degli interessi è stabilita annualmente e può variare.
  7. Modifiche al piano di rateizzazione – in caso di difficoltà finanziarie o altre circostanze impreviste, è possibile richiedere una modifica del piano di rateizzazione. Tuttavia, tali modifiche sono soggette all’approvazione dell’Agenzia delle Entrate.
  8. Estinzione anticipata – è possibile estinguere il debito in anticipo rispetto al piano di rateizzazione, effettuando un pagamento completo dell’importo residuo.

Agenzia delle Entrate: sospensione del debito

La sospensione del debito è una situazione momentanea con durata variabile, in relazione alle opportune verifiche.

Di cosa si tratta? Se, di fatto, ritieni che la richiesta di riscossione di un debito da parte dell’Agenzia delle Entrate non sia dovuta, puoi chiedere di sospendere la procedura affinché l’ente verifichi la tua reale situazione e si esprima con parere positivo o negativo.

Nello specifico, è possibile richiedere la sospensione direttamente all’Agenzia delle Entrate se le somme richieste hanno determinate particolarità:

  • il pagamento è stato effettuato anticipatamente alla formazione del ruolo
  • il provvedimento di sgravio è emesso dall’ente creditori
  • la prescrizione è giunta prima della data di esecuzione
  • è in atto una sospensione amministrativa o giudiziale
  • c’è una sentenza che segnala l’annullamento del debito o di parte di esso

Qualora il tuo caso non rientri in alcuno di questo, fa attenzione: se il debito corrisponde a un’insolvenza attestata, è proprio quello il momento in cui scatta il pignoramento.

Agenzia delle Entrate: rottamazione cartelle

Nel 2023 è stata introdotta la Definizione Agevolata, la cosiddetta Rottamazione-quater per coloro i quali hanno uno o più debiti con l’Agenzia delle Entrate in riscossione. Il decreto include i debiti affidati in riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, anche se ricompresi in precedenti “Rottamazioni” che risultano decadute per mancati pagamenti. 

Questa agevolazione prevede l’estinzione del debito contenuto nelle cartelle di pagamento attraverso il pagamento e il versamento delle somme dovuto senza corrispondere l’importo di alcuna sanzione o degli interessi di mora. Non rientrano comunque nella decurtazione delle spese, le somme relative alle spese di procedure esecutive e i diritti di notifica.

In questo modo è possibile di certo evitare, ad esempio, che l’Agenzia delle Entrate effettui un pignoramento sulla prima casa.

In ogni caso, non possono usufruire di questa possibilità alcune tipologie di carico quali:

  • Fondi considerati illegittimi dall’Unione Europea
  • Crediti derivanti da condanni della Corte dei Conti
  • Multe e sanzioni con sentenze penali di condanna
  • Sanzioni differenti da quelle relative agli obblighi contributivi

Qualora dunque la situazione rientri in questi punti, bisogna fare attenzione e saldare i propri debiti onde non incorrere in un pignoramento conto corrente Agenzia delle Entrate.

Puoi trovare tutte le informazioni necessarie per presentare domanda e le modalità di pagamento sulla pagina ufficiale del sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Agenzia delle Entrate Riscossione: il pignoramento

La procedura esecutiva, ossia l’atto del pignoramento, può avvenire su somme di denaro, beni mobili e beni immobili. In ogni caso la procedura è preceduta da un atto di notifica che, tra le altre cose, ha funzione di ultimo avviso in quanto avviene nel momento in cui la cartella di pagamento è in attesa di saldo da più di un anno.

Proprio per questo, dall’atto di notifica, il debitore ha cinque giorni di tempo per versare quanto dovuto e risolvere così il suo debito. In questa fase è ancora possibile chiedere sia la rateizzazione del debito, sia la sospensione, salvo i motivi mostrati precedentemente.

L’unica precisazione aggiuntiva riguarda i debiti fino a 1.000 euro dove, prima di 120 giorni dall’invio, non avviene alcun pignoramento.

Vediamo ora nello specifico le possibilità di pignoramento.

Pignoramento conto corrente

Il pignoramento, in questo caso, suole essere effettuato sulle somme depositate sul conto corrente personale ad esclusione dell’ultimo stipendio che, di fatto, resta disponibile al debitore per qualsiasi evenienza o necessità.

Pignoramento presso terzi

Qualora il debitore avesse crediti verso terzi, che siano beni materiali o immateriali, stipendio, somme di denaro o cose di valore, con questa procedura si chiederà al soggetto terzo di versare tutto l’avanzo direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione, fino a raggiungere quanto dovuto dal debitore primario.

Pignoramento su stipendio e pensione

In questo caso la riscossione dei debiti avverrà direttamente sul salario – o qualsiasi altra indennità – entro i suddetti limiti:

  • Un decimo, fino a 2.500 €
  • Un settimo, fino a 5.000 €
  • Un quinto, sopra i 5.000 €

Espropriazione di beni mobili e immobili

Una volta dato il via alle procedure esecutive, si può procedere alla confisca dei beni e, eventualmente, della vendita all’asta. Anche in questo caso, la legge stabilisce delle condizioni precise, necessarie, affinché l’immobile risulti acquisibile:

  • Il debitore è l’unico proprietario
  • È ad uso abitativo con unica residenza del debitore
  • Non rappresenta un bene di lusso

Per qualsiasi altra informazione in merito non esitare a contattarci. Compila il modulo e verrai subito ricontattato per una consulenza gratuita dai nostri esperti, oppure lascia un commento.

Ravvedimento operoso: cos’è?

Il ravvedimento operoso è un istituto che, in base all’ art. 13 del Decreto Legge n. 472 del 1997, consente di regolarizzare spontaneamente omissioni o errori nel versamento di adempimenti tributari o imposte.

Grazie a questa misura è possibile beneficiare della riduzione delle sanzioni che generalmente derivano dal mancato o errato versamento delle imposte. Tutti i contribuenti hanno la possibilità di usufruire del ravvedimento operoso, purché il diritto venga esercitato entro un determinato limite temporale. 

Non è possibile utilizzare il ravvedimento operoso nei seguenti casi:

  • Violazione già constatata e notificata al contribuente
  • Accessi, ispezioni e verifiche già iniziate
  • Altre attività di accertamento già in corso

Il ravvedimento operoso, dunque, consente di versare e regolarizzare spontaneamente l’insufficiente o omesso pagamento delle imposte versando contemporaneamente:

  1. la somma pari all’importo delle imposte
  2. la sanzione ridotta di cui si beneficia tramite il ravvedimento operoso
  3. gli interessi calcolati al tasso legale annuo riferiti al periodo intercorso dalla data di scadenza alla data di pagamento

Generalmente la sanzione prevista è pari al 30% dell’importo dovuto. Con il ravvedimento operoso, invece, vi è una riduzione in base al momento in cui il ravvedimento operoso viene effettuato. In particolare la sanzione ridotta è pari al:

  • 0,2% al giorno: se il versamento dell’imposta avviene entro 14 giorni dalla scadenza e se gli interessi vengono versati entro 30 giorni dalla scadenza.
  • 3%: se il pagamento dell’imposta, egli interessi e della sanzione avviene tra il giorno 15 e il giorno 30 successivo alla scadenza.
  • 3,75%: se il pagamento degli importi avviene dopo 30 giorni dalla scadenza.
  • 3,75%: per altre imposte che non scaturiscono dalla dichiarazione dei redditi purché il versamento venga effettuato entro un anno dalla violazione.

Il ravvedimento operoso può essere utilizzato anche qualora si ritardi la presentazione della dichiarazione dei redditi per ritardi non superiori a 90 giorni. Si può regolarizzare la violazione entro 90 giorni pagando 25 euro.

I versamenti sono eseguibili tramite il modello f24 (imposte sui redditi, imposte sostitutive, ritenute, Iva e Irap) o modello f23 (imposta di registro, altri tributi indiretti).

Il ravvedimento operoso non consente il pagamento a rate delle somme dovute, mentre è possibile compensare con eventuali crediti d’imposta.

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